giovedì 28 febbraio 2013

Psicologia delle Masse.


La massa è impulsiva, mutevole e irritabile.
E’ governata quasi per intero dall’inconscio.
A seconda delle circostanze gli impulsi cui la massa obbedisce possono essere generosi o crudeli, eroici o pusillanimi; sono però imperiosi al punto da non lasciar sussistere l’interesse personale, neanche quello dell’autoconservazione.
Nulla in essa è premeditato.
Pur potendo desiderare le cose appassionatamente, non le desidera mai a lungo, è incapace di volontà duratura.
Non tollera alcun indugio fra il proprio desiderio e il compimento di ciò che desidera.
Si sente onnipotente, per l’individuo appartenente alla massa svanisce il concetto dell’impossibile.
La massa è straordinariamente influenzabile e credula, è acritica, per essa non esiste l’inverosimile.
Pensa per immaginiche si richiamano vicendevolmente per associazione come, nel singolo, si adeguano le une alle altre negli stati di libera fantasticheria: queste immagini non vengono valutate da alcuna istanza ragionevole circa il loro accordo con la realtà.
I sentimenti della massa sono sempre semplicissimi e molto esagerati.
La massa non conosce quindi né dubbi né incertezze.
Corre subito agli estremi, il sospetto sfiorato si trasforma subito in evidenza inoppugnabile, un’antipatia incipiente in odio feroce.
Pur essendo incline a tutti gli estremi, la massa può venir eccitata solo da stimoli eccessivi.
Chi desidera agire su essa, non ha bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti; deve dipingere nei colori più violenti, esagerare e ripetere sempre la stessa cosa.
Poiché riguardo al vero e il falso la massa non conosce dubbi ed è però consapevole della sua grande forza, essa è a un tempo intollerante e pronta a credere all’autorità.
Rispetta la forza e soggiace solo moderatamente all’influsso della bontà, che ai suoi occhi costituisce solo una sorta di debolezza.
Ciò che essa richiede ai propri eroi è la forza o addirittura la brutalità.
Vuole essere dominata ed oppressa e temere il proprio padrone.



Per giudicare correttamente la moralità della masse, occorre tener conto del fatto che, nello stare insieme degli individui riuniti in una massa, tutte le inibizioni individuali scompaiono e tutti gli istinti crudeli, brutali, distruttivi, che nel singolo sonnecchiano quali relitti di tempi primordiali, si ridestano ed aspirano al libero soddisfacimento pulsionale.
Per influsso della suggestione le masse sono però anche capaci di realizzazioni più alte, quali l’abnegazione, il disinteresse, la dedizione ad un ideale.
Mentre l’utile personale costituisce nell’individuo isolato quasi l’unico incentivo, nelle masse predomina assai di rado.
Si può parlare della moralizzazione del singolo tramite la massa.
Mentre la capacità intellettuale della massa è sempre assai inferiore a quella del singolo, il suo comportamento etico può sia superare di molto il livello di quello del singolo, sia esserne di gran lunga inferiore.



La massa soggiace inoltre alla potenza veramente magica di parole che nell’anima delle moltitudini possono provocare o placare le più formidabili tempeste.
“La ragione e gli argomenti logici non riuscirebbero a lottare contro certe parole e certe formule. Vengono pronunciate con riverenza davanti alle masse e, subito, i volti assumono una espressione di deferenza e le teste si inchinano. Molti le considerano forze della natura, potenze sovrannaturali”.
Basta in proposito rammentare i tabù dei nomi presso i primitivi, le forze magiche che per essi si riallacciano ai nomi delle parole.
Le masse infine non hanno mai conosciuto la sete della verità.
Hanno bisogno di illusioni e a queste non possono rinunciare.
L’irreale ha costantemente in esse la precedenza sul reale, soggiacciono all’influsso di ciò che non è vero quasi altrettanto che a quello di ciò che è vero.
Hanno l’evidente tendenza a non fare alcuna distinzione tra i due.


[da “Psicologia delle masse e analisi dell’io”, di Sigmund Freud]
[http://www.santaruina.it]


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